(trascrizione a cura di Pierangela Romanelli) […]
Fu poi aperta un’inchiesta sulla vita e sulle virtù di questa Serva di Dio, e furono riferite molte notizie che rivelavano la sua pratica eroica delle virtù, nonché alcuni aspetti della sua vita che appaiono meravigliosi e che vanno oltre le possibilità della natura. I primi scritti relativi a queste vicende li ebbi da mio fratello mentre mi trovavo a Roma.
Impressionato da queste straordinarie attestazioni, ricevute contemporaneamente al caso di mia sorella e considerando questi eventi come doni della infinita misericordia di Dio verso di noi, scrissi a tutte le superiore dei monasteri della diocesi, una lettera, nella quale sottolineavo come tutte queste testimonianze di perfezione cristiana costituissero un chiaro esempio, idoneo a stimolare tutte le monache, alla fedeltà nei loro impegni, e chiedevo contemporaneamente a tutte le religiose di pregare Dio affinché le mie colpe, e quelle dei miei sacerdoti, non fossero di ostacolo alla gloria di Dio. Questa veniva manifestandosi in modo splendido nella vita della mia sorella suor Angela Caterina.”
Da Le cronache della santa Chiesa Fermana al tempo dell’Arcivescovo Alessandro Borgia di Velletri che lo stesso arcivescovo e principe di Fermo iniziò a scrivere nell’anno 1741, traduzione a cura di Emilio Tassi
1743.18 Il cardinale Guadagni vicario del papa per la città di Roma chiede che si istruisca l’inchiesta stragiudiziale sulla santità di Angela Caterina Borgia e in seguito dispone che si istruisca il processo canonico.
Frattanto il cardinale Guadagni, vicario del papa, nel mese di giugno aveva chiesto a fra’ Tommaso Maria Rossi dell’ordine dei Predicatori, parroco della chiesa dei santi Ciriaco e Giulietta in Roma, di interrogare in forma stragiudiziale, singolarmente tutte le suore del monastero di Santa Lucia in Silice, sulla santità della vita e sulla eroicità delle virtù di mia sorella Angela Caterina Borgia di cui ho parlato sopra. Il frate doveva redigere una relazione che fosse approvata in seguito da persone qualificate. Il cardinale successivamente emanò un decreto che disponeva l’inizio del processo canonico diocesano, secondo le norme vigenti. Il 9 dicembre il fascicolo fu consegnato a mio fratello Pietro Antonio Borgia, residente a Roma con la relazione e il parere espresso dal teologo Carlo Antonio Tedeschini Minore Conventuale di san Francesco e consultore della congregazione dei Riti e dagli altri consultori. Dopo di che fu disposto che si aprisse il processo ordinario canonico presso la curia del vicariato di Roma.
1744.2 Inizio della causa di canonizzazione di Angela Caterina Borgia
All’inizio di questo anno è iniziata la causa di canonizzazione di Angela Caterina Borgia, mia sorella, di cui ho scritto nel precedente anno 1743. È stata portata dinanzi a Ludovico Antonio Cremona Valdina, vescovo di Ermopoli, a ciò deputato con autorità ordinaria dal cardinale vicario di Roma.
1750.11 Processo per la causa di canonizzazione di Angela Caterina Borgia.
Dopo concluse le controversie con i Lateranensi, avendo concordato il da fare; mi dedicai alla causa di canonizzazione della serva di Dio, Angela Caterina Borgia, mia sorella, i cui atti del processo, in un volume di mille e più pagine, erano stati trasferiti dalla curia del cardinale vicario, alla congregazione dei sacri Riti. Li lessi, attentamente e interamente, durante il caldo dell’estate, nell’Urbe. Mi sembrò opportuno di produrre altre testimonianze per proseguire la causa e per domandare alla commissione di celebrare il processo, con autorità Apostolica, sperando in un felice esito. Ho consultato gli esperti e poi ho dato l’impegno di seguire la cosa al mio fratello p. Felice di Santa Caterina, carmelitano scalzo, che risiedeva, nel convento di Santa Maria delle Scale, a Roma.
L’iter del processo si arrestò 1763, probabilmente a causa degli avvenimenti che dopo pochi anni sconvolsero lo Stato Pontificio.