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Alipio, vescovo di Tagaste
- Le notizie sulla vita di Alipio sono contenute quasi totalmente nelle opere del suo grande amico, sant'Agostino, con il quale divise gli errori della gioventù, la conversione e le fatiche dell'apostolato.
- nacque a Tagaste da genitori che erano tra i maggiorenti del paese.
- Piccolo di statura, ma di animo forte e di indole virtuosa, strinse un'affettuosa ed intima amicizia con s. Agostino tanto che questi lo chiama ripetutamente "frater cordis mei", fratello del mio cuore (Confess., IX, 4, 7).
- precedette Agostino a Roma, dove si recò per studiare diritto, e lo accompagnò a Milano.
- Resistette energicamente alle pretese d'un senatore potentissimo che tentava di indurlo a commettere illegalità.
- L'amicizia con Agostino valse a ritrarlo, momentaneamente, dalla passione per i giuochi del circo, ma lo trascinò nel manicheismo.
- Sconsigliò Agostino di prendere moglie per vivere liberamente nell'amore della sapienza.
- Nel 391 seguì Agostino nel monastero d'Ippona.
- Poco dopo viaggiò in Oriente e strinse amicizia con s. Girolamo.
- Fu caro a s. Paolino da Nola, che ne ammirava la santità e lo zelo.
- Fu eletto vescovo di Tagaste, quando s. Agostino era ancora sacerdote (394 ca)
- Per quasi quarant'anni, rifulse nella Chiesa d'Africa come riformatore del clero, maestro di monachismo e difensore della fede contro i donatisti e i pelagiani
- Nel 411 partecipò alla Conferenza di Cartagine, e fu tra i sette vescovi cattolici che sostennero le dispute con i donatisti.
- Nel 416 partecipò al concilio di Milevi (Numidia), e ne scrisse al papa Innocenzo .
- Nel 418, per incarico di papa Zosimo, si recò a Cesarea di Mauritania per affari ecclesiastici, e prese parte alla disputa di Agostino con Emerito, vescovo donatista.
- Per la causa pelagiana venne più volte in Italia, latore di opere agostiniane al pontefice Bonifacio e al comes Valerio. Nel 428, da Roma, inviò all'amico una replica di Giuliano, e insisté perché rispondesse.
- Si presume che fosse ad Ippona per la morte di sant'Agostino, e che sia morto nello stesso anno 430.
Possidio, vescovo di Calama (Guelma) in Numidia
- Fu tra gli amici intimi di Agostino.
- Si formò cristianamente nel monastero che questi aveva fondato accanto alla chiesa, ad Ippona, e lì visse per alcuni anni, finché, intorno al 400, fu eletto vescovo di Calama
- lo troviamo di frequente partecipe degli avvenimenti che contraddistinsero le controversie con i donatisti e con i pelagiani
- partecipò ai Concili antidonatisti di Cartagine del 403 e 407 e alla grande conferenza tenuta nel 411 sempre a Cartagine fra cattolici e donatisti
- Fu incaricato di due missioni ufficiali in Italia presso l'imperatore nel 409 e nel 410.
- Partecipò anche ai Concili antipelagiani di Milevi nel 416 e di Cartagine nel 419.
- Al tempo dell'invasione vandalica, nel 428 Calama fu devastata dai barbari e Possidio si rifugiò ad Ippona, presso Agostino.
- Dopo l’incendio di Ippona ebbe modo di tornare a Calama.
- nel 437 fu tra coloro che si opposero all’ordine di Genserico, che voleva imporre la fede ariana nei suoi domini, e perciò fu scacciato dalla sua sede.
- Dal 1500 in poi, contro la tradizione medioevale, si cominciò a parlare delle reliquie del santo Possidio venerate a Mirandola, come quelle del vescovo di Calama in Numidia, Possidio, discepolo e collaboratore del grande sant'Agostino; il quale scacciato dalla sua sede da Genserico, re dei Vandali, nel 437, andò in esilio nell'Apulia dove morì e da qui nel secolo X il suo corpo fu trasferito prima in Germania e poi a Mirandola. Nonostante molte coincidenze non c'è nessuna prova che si tratti dello stesso personaggio.