La cura delle vocazioni

186. Per amore del carisma ricevuto e perché il nostro Ordine possa degnamente continuare a svolgere la sua missione nella Chiesa, non solo dobbiamo accogliere di buon grado coloro che si sentono chiamati da Dio e chiedono di entrare nell’Ordine, ma occorre anche promuovere le vocazioni in tutte le regioni ove opera l’Ordine.

218. Nessuna società umana può fare a meno di una conveniente strutturazione; perciò il nostro Ordine fin dal principio si è scelto una forma adeguata alla sua natura: quella in cui l’uguaglianza fraterna regola le relazioni tra i Superiori e gli altri Religiosi, e nessuno è superiore agli altri se non a motivo dell’ufficio o della funzione che gli è stata temporaneamente affidata.

250. Il Religioso fa parte pienamente del nostro Ordine a quadruplice titolo: incorporazione, affiliazione, ascrizione e assegnazione; senza di esse, né più né meno, nessuno può essere accolto, né averne due contemporaneamente. 

Leggi dell’Ordine

259. Potrebbe sembrare che non ci sia bisogno di leggi per noi che, mossi dalla carità ci siamo consacrati al servizio di Dio. Tuttavia Dio stesso ha stabilito che ogni cosa fosse perfettamente ordinata secondo la legge eterna, e Cristo ha dato alla sua Chiesa dei precetti, affinché i discepoli, osservandoli, gli manifestassero il loro amore (cf. Gv. 14, 15). Per questi motivi abbiamo nell’Ordine leggi e precetti per sostenere la fragilità umana e per rafforzare la pace e la condotta nelle comunità, nonché per conoscere con maggior chiarezza la volontà di Dio e compierla più pienamente.